NOTA INTRODUTTIVA - Accademia di Studi Mediterranei

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Cerimonia commemorativa della "Giornata Europea dei Giusti" – 6 Marzo 2017


Oggi, 6 marzo, "Giornata Europea dei Giusti", vengono ricordati e onorati in tanti Paesi del mondo "I Giusti di tutto il mondo" che hanno difeso i diritti umani… sempre universali, sempre perenni, sempre attuali, calpestati, tante volte, da disumani fenomeni: discriminazioni, genocidi, folle dottrina di supremazia, superiorità razziale, totalitarismi…
Mi piace ricordare che Gabriele Nissim, scrittore italiano ebreo di origine, Presidente di Gariwo, (La Foresta dei Giusti), con un appello internazionale, a cui hanno aderito più di 3.600 cittadini, intellettuali, artisti, politici fra cui, i primi gli stessi deputati italiani, ha voluto che sorgesse Il "Giardino dei  Giusti di tutto il mondo" e ha presentato al Parlamento Europeo, nella sua qualità di Presidente di Gariwo,  una petizione per l’istituzione della "Giornata europea dei Giusti".

Il Parlamento Europeo accolse la sua proposta il 10 maggio del 2012, stabilì la data del 6 marzo, per la commemorazione annuale della "Giornata Europea dei Giusti", anniversario della morte di Moshe Bejski, che per 25 anni è stato Presidente della Commissione dei Giusti di Yad Vashem.
E’ opportuno e doveroso precisare che il primo "Giardino dei Giusti" è sorto a Gerusalemme nel 1962, presso il Mausoleo di Yad Vaschem, luogo della memoria della Shoah, per onorare i Giusti tra le Nazioni, che avevano rischiato la loro vita per aiutare gli Ebrei: in quel luogo sono onorati dal 1963 ad oggi circa ventimila "Giusti".
Moshe Bejski
per una vita intera, ha cercato di insegnare che gli uomini giusti non sono eroi o santi votati al sacrificio personale, quindi, al martirio, ma semplicemente uomini che reagiscono all’indifferenza, dilagante nell’odierna società, difendendo "l’umano che c’è in ogni uomo", quindi hanno difeso i perseguitati nei momenti bui dell’umanità.

La decisione del Parlamento Europeo per l’Istituzione della "Giornata europea dei Giusti", è unica nel suo genere e, Gabriele Nissim, commentando tale decisione ha affermato:
<< È la prima volta che viene votata una mozione che denuncia la pratica del genocidio e delle sopraffazioni in modo universale, senza tipo di discriminazione ideologica>>.
La memoria non è una astratta facoltà celebrale, ma costa di tante memorie che si relazionano, si integrano e partecipano attivamente alla formazione ed alla elevazione della coscienza umana.
Da un trentennio i calendari di diverse nazioni, all’interno di una Comunità Internazionale sempre più collaborativa ed aperta alle dinamiche della globalizzazione e dell’universalismo, annoverano accanto alle festività religiose e civili dei singoli Paesi, un numero sempre crescente di giorni dedicati a tener viva l’attenzione della comunità su problematiche umanitarie, sociali, culturali concernenti le particolari condizioni di disagio in cui versano tanti strati della popolazione terrestre a seguito di guerre, persecuzioni, povertà,  discriminazioni, dovuti a fattori etnici, economici o politici.

Ogni anno in Italia, le Giornate delle Memorie
impegnano  Istituzioni, Scuole, mezzi di informazione, Associazioni Culturali, Partiti politici e tutti gli uomini di buona volontà a riproporre la condanna di quanto di disumano è accaduto nel passato.

A questi particolari giorni di calendario, non è attribuita una connotazione festiva, perché non sono giorni di festa, ma giorni nei quali si ripone la fiducia e si ripropone la speranza che la loro particolare dedicazione ad un tema o ad un problema, possa stimolare il cittadino ad un momento di conoscenza, coscienza e di approfondimento, oltreché costituire impatto di attenzione, di mobilitazione e di responsabilizzazione.
È stato chiesto al musicologo Enrico Fubini, nell’intervista, del 3 marzo 2016, perché Toscanini è ricordato tra "I Giusti", dato che la sua morte non è stata causata da alcuna violenza, ma è stata una morte naturale…
Così rispose Fubini. Cito testualmente "Essere ricordato tra i Giusti significa molte cose. Può definirsi "Giusto" chi, in tempi oscuri, disumani, non ha badato ai propri interessi, alla propria carriera e vi ha anteposto principi morali rigorosi, che in quei momenti si traducevano inevitabilmente nel non accettare di ritirarsi nel proprio privato, ma cercare nei limiti del possibile di salvare chi era in pericolo, senza badare alle conseguenze che ne potevano derivare".

"I Giusti" ricordati e onorati in tutto il mondo con Alberi e Stele sono più di 14.000, fra questi, ora… vi sono, il nostro Padre Pino Puglisi,  "il Prete che fece tremare la mafia con un sorriso", Piersanti Mattarella, Rosario Livatino, Paolo Borsellino, Carlo Alberto Dalla Chiesa, Khaled al-Asaad, Donne e Uomini del Corpo della Guardia Costiera.
E’ significativo ricordare che
, nel Giardino dei Giusti di Wilmington, una scultura alla Memoria di un Milione di bambini, che perirono durante la Shoah (1933 – 1945), si erge al  centro del Giardino: quella scultura suscita commozione e interrogativi profondi.
Nella Valle dei Templi, nella Via Sacra, i Templi e la Necropoli, la presenza di resti archeologici, di pietre, di "sassi di diversi fedi", di diverse religioni, religioni pagane e cristiane, e ora "Il Giardino dei Giusti di tutto il mondo", creano "Il Bello Assoluto".

La "Bellezza è unica, se è una sola Bellezza", dice il filosofo – economista M. Sen, se è "quella umana".
Ma, a volte, l’ignoranza, la banalità, la superficialità, rappresentata dalla società di oggi, rende rara la capacità di lasciarsi "ferire dalla bellezza", afferma il Cardinale Gianfranco Ravasi.
La bellezza
dell’Arte classica racchiusa nei Templi, la bellezza della Necropoli, cioè della fede in tutta la sua forza, che è richiamo al trascendente, e ora,  il "Bello" e il "Buono" de "Il Giardino dei Giusti di tutto il mondo", che per sua natura tende all’Oltre e all’Altro rispetto al finito, esprime "Il Bello veramente Umano" e dà l’universalità del concetto di "Bellezza" nella maestosa Valle dei Templi.
Il "Kalòs", aggettivo usato ininterrottamente nell’Antico Testamento nella Versione greca dei Settanta e nel Nuovo Testamento, indica sia il "buono" sia il "bello", perchè unisce in sé in modo unitario, verità, bellezza, bontà e giustizia: è un termine simbolico, circolare che ben racchiude tutti "I Giusti del Mondo", che rappresentano il "Bello Umano".
Julien Green nel suo "Diario" (1933 – 1939) con una icastica frase: "Per quanto tempo dormiremo?" si rifà a Johan Huizinga che nel suo saggio "Nelle ombre del domani" (1935) fa presagi terribili che, purtroppo in forma drammatica, oggi viviamo: decadenza della cultura, che rompe l’equilibrio tra i valori spirituali e quelli materiali.

Quei presagi di decadenza oggi sono certezza di decadenza!
Ma, in questa decadenza
, il "Bello e il Buono" nel mistero della singola persona e anche in forma unitaria, vive ne  "I Giardini dei Giusti in tutto il mondo", perché I Giusti in questa società sempre più superficiale, indifferente, fanno rivivere la sacralità dei sentimenti umani, l’universalismo fraterno, portatore di un messaggio universale: amare l’Altro.

In questa società segnata da tante difficoltà e miserie, "I Giusti" sono uomini generosi che visibilmente lottano, affinchè i sacri diritti naturali, non siano violentati.
Ecco i "Giusti", che dobbiamo onorare perché "sollecitano in noi la forza dell’azione fraterna" che lotta contro la forza del "male", che genera sempre morte fisica, spirituale, sociale, culturale di un popolo o di una persona. "I Giusti non sono santi o eroi", sono persone che scelgono di agire per il "Bene".
L’oceano del Bene è fatto da tante meravigliose azioni quotidiane che riescono a sconfiggere il "male" che distrugge la coscienza.
Un antico proverbio recita: "Gira il viso verso il Sole e le ombre saranno dietro Te".
Le Ombre
sono i crimini contro l’umanità, il Sole, è la vita, la grazia, lo splendore, la gioia. La metafora del Sole che raffigura il "Bene", il "Buono", il "Bello"… dei "Giusti" ci incanta,… ci fa spalancare le finestre dell’anima.
E’ il reale umano che prende vita nelle singole storie individuali.

Grazie alle Autorità religiose, militari e civili e, soprattutto, ai tanti numerosissimi giovani che, nel Teatro Pirandello, splendido per il perfetto stile neoclassico, dove, forse, si respira un’aria sacrale, perchè riporta alla memoria il dramma Lazzaro dell’agnostico Pirandello, che pur non credendo nell’aldilà… fa dire al personaggio principale, Diego Spina, "Tu devi credere e non sapere".
Ma noi, con i giovani silenziosi e attenti a tutto ciò che è stato detto e fatto in questa Cerimonia, diciamo che non soltanto crediamo, ma sappiamo che dall’Alto piove una luce di sapienza che spesso illumina l’Uomo nel "credere" e nel "sapere", quindi nell’ "agire".


Assunta Gallo Afflitto
Presidente Onorario dell’Accademia




 
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